sabato 22 agosto 2015

Buoni motivi per aspettare la Serie A


Non sarà oggi che i Neymar e i Di Maria di questo mondo sceglieranno di calcare i prati della nostra Serie A, ma un domani probabilmente. Non troppo lontano. Magari.

La Serie A può tornare ad essere il campionato più bello del mondo, quello più ambito dai grandi campioni e dalle masse di spettatori. 
In forma interrogativa: il campionato italiano potrà avere, nuovamente, il fascino che l'ha accompagnato per diversi lustri, salvo poi dissolversi nell'oceano in cui sta affondando da qualche anno a questa parte?
Domanda scomoda. Solo qualche mese fa poteva ricevere risposte negative e poco altro. Oggi la stessa risposta sarebbe carica di speranze e buone sensazioni, almeno per i visionari ottimisti, i sognatori. Io forse mi inserisco tra questi, seppur con più di una riserva. Fintanto che aspetto mi sono divertito a trovare alcuni buoni motivi per aspettare con ansia il calcio d'inizio della nuova stagione.

I club italiani tornano a spendere. Ci vorrà del tempo prima di paragonare la malandata Serie A alle altre grandi leghe europee, ma  il calcio italiano è tornato ad avere appeal agli occhi di calciatori di  assoluto valore (un'estate dominata da attaccanti di razza, tanto per specificare) e questa è più che una consolazione. Saranno loro ad avere il compito di rendere la stagione 2015/2016 spettacolare, non solo per giustificare le cifre spese.
In questa sessione estiva di calciomercato sono atterrati nel Bel Paese numeri 9 del calibro di Edin Dzeko, Mario Mandzukic e il mattatore delle ultime due Europa League Carlos Bacca, non gente qualsiasi, per i quali le rispettive nuove società hanno sborsato una suggestiva quantità di milioni.  Accanto a loro i già testati Icardi, Higuain, Morata sapranno dare filo da torcere per la palma di miglior attaccante.

Il rovescio della medaglia è rappresentato dell'evidente distanza economica (club inglesi) e "manageriale" (Spagna e Germania) che persiste con le altre leghe e che lascia più di qualche dubbio sulle prospettive future. Ma uno spiraglio di luce si fa strada. A mercato quasi concluso (sperando non precipiti la situazione negli ultimi giorni) le squadre del nostro campionato, racchiudendoli in un insieme che si chiama 2015/2016, si trovano a dover fare i conti con le partenze di Tevez e Kovacic  -tanto per dirne due- ma hanno saputo reagire pescando dal cappello del calciomercato un talento cristallino di uguale fattura Albiceleste con grandi margini di miglioramento (i bianconeri con Dybala) e dichiarandosi costretti a scrificare un pezzo importante sull'altare del bilancio, lasciando però intendere di avere già in casa la soluzione per sopperire alla cessione (i nerazzurri). Lo stesso Darmian andrebbe annoverato tra i talenti calcistici che, partendo, hanno indebolito il campionato, ma anch'egli è stato prontamente sostituito, a Torino, sponda granata, dal terzino dell'Under 21 Zappacosta. E questo ci riconduce ad un altro aspetto interessante del campionato, che poi a questo punto prima inizia meglio è perché tutto lo Stivale scalpita.

Alcuni buoni giocatori sono partiti, purtroppo. Pazienza, vorrà dire che vedremo impiegati più frequentemente i prodotti dei settori giovanili dei club nostrani.
Esattamente. Questa potrebbe essere la stagione giusta per la definitiva consacrazione di chi come Bertolacci, Sturaro, Perin, Romagnoli, Gabbiadini e Berardi (oltre al già citato Zappacosta) dovrà far parte della nazionale Azzurra del futuro.
Tenendo in considerazione che l'estate prossima andrà in scena Euro 2016 (in Francia) sarà necessario trovare in questi ragazzi la giusta affidabilità per dare al CT il margine di manovra più ampio possibile.

Alle 18 il calcio d'inizio lo daranno Hellas Verona e Roma al Bentegodi. E ho già trovato buoni motivi per vederla.




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