giovedì 21 maggio 2015

Controcorrente


Amore, determinazione, intraprendenza, ma anche odio, disgusto, delusione. Tutto mescolato all'interno di della stessa storia, la storia di chi sposa valori ormai lontani dalla realtà di tutti i giorni. Aggiungerei, soprattutto, è una storia di calcio che ha la sua origine nel 2005 a Manchester, quando il magnate Malcolm Glazer annunciò l'ascesa alla proprietà del Manchester United. La prima squadra a raggiungere i 20 trionfi nel massimo campionato inglese, non una qualsiasi.




5:18 - 13:42 Con buona probabilità l'arrivo della nuova proprietà è stata solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso riempitosi in anni e anni di stipendi esagerati e biglietti inaccessibili, come affermano alcuni tifosi visibilmente delusi, ma la storia ci insegna che ci sono momenti ben precisi in cui la gente dice BASTA!

Fu allora che una frangia dei tifosi decise di dire basta al calcio che si trasforma da sport popolare a business controllato dal vil denaro. Loro stessi si riunirono per dar vita ad una nuova società, di proprietà dei supporters -com'era un tempo- legata a principi di democrazia, uguaglianza ed autonomia: staff, logistica, tariffe e decisioni di ogni genere vengono prese tramite elezioni in cui ogni membro (che può iscriversi per la cifra di 12£) può votare con la stessa influenza di tutti gli altri.


Su queste basi, da romantiche premesse, nacque l'FC United of Manchester. Manifesto di un calcio che vuole essere svincolato da introiti monstre e spese incontrollate (da qui la ferma volontà di dire no allo sponsor sulla maglia); con la consapevolezza di poter portare avanti un progetto che avrà i suoi frutti anche sul lungo periodo: si può arrivare in alto anche con l'azionariato popolare e un carico infinito di passione ed attaccamento alla maglia.

Con una rosa composta inizialmente dal 17 giocatori, selezionati dal GM Andy Walsh -l'unico nell'organigramma societario con un minimo di autonomia- il club si è iscritto (immancabilmente finanziato dai supporters) alla North West Counties Football League (Division 2), decima divisione del calcio inglese, vincendola.
Nelle prime tre stagioni l'FC United (l'abbreviazione con cui viene solitamente chiamata la squadra, inizialmente doveva chiamarsi proprio così) centra altrettante promozioni grazie alla sapiente guida tecnica del coach Karl Marginson, in carica sin dal 2005. Più difficile cercare un giocatore simbolo, forse il bomber dei primi anni Rory Patterson, autore di 107 gol in 126 presenze. Già una leggenda del club. Ma in una squadra dove andrebbero menzionate migliaia persone alla voce "proprietario" diventa impossibile trovare un singolo giocatore che possa rappresentare l'intera formazione.
Grazie alle prime tre stagioni di successi The Rebels -impeccabile accuratezza anglosassone nel dare soprannomi così dannatamente calzanti che rispecchiano alla perfezione l'indole del destinatario- approdano alla settima divisione, guadagnandosi il diritto di partecipare alla storica FA Cup.

Quanto può significare per una società come l'FC United giocare questa competizione?
È chiaro che la meta, la raison d'être del club, è quella già citata. Ma c'è un desiderio nascosto, un sogno nel cassetto dell' FC United, un obiettivo che nel 2005 poteva sembrare una chimera, e nel 2008 era già lì pronto a concretizzarsi: giocare una partita contro i Red Devils. Gli stessi dalla cui costola trovarono la genesi proprio loro: The Rebels.

A ben giudicare la breve (almeno per ora) storia di questa squadra è segnata da traguardi straordinari raggiunti anche più rapidamente del previsto. L'ultima blasting news che rimbalza dai tabloid locali riguarda l'inaugurazione dello stadio di proprietà. Già, perché sino ad oggi la formazione di Marginson ha giocato le gare casalinghe a Gigg Lane, ospitata dal Bury FC, nella migliore delle ipotesi. Ogniqualvolta il calendario non ha permesso di sfruttare questa struttura i Rebels sono stati costretti a chiedere ad altre società di poter usufruire del campo, rimbalzando da Stalybridge ad Ashton-under-Lyne passando per altre quattro località.
Ci è voluto un grande sforzo, soprattutto nel mettere mano al portafogli (5.5 milioni di pounds la spesa totale), ma alla fine l'azionariato popolare ha trovato i fondi per finanziare la costruzione di un nuovo stadio, perché l'FC United deve avere un suo ground (per dirla alla maniera loro).
Il nuovo Broadhurst Park sorgerà proprio a Moston, alle porte di Manchester, non lontano dalla sede legale della squadra, ed avrà una capienza di ben 4.500 posti a sedere. Ora i Rebels, i veri ribelli, quelli che dopo aver riscaldato quel Teatro dei Sogni che prende il nome di Old Trafford hanno girovagato nel Nord dell'Inghilterra, avranno una casa tutta loro, che aprirà le porte al calcio già il 29 maggio in un amichevole di lusso contro il Benfica. Un avversario blasonato che, chissà, magari un giorno tornerà a calcare quello stesso prato, in una gara ufficiale, e sentirà riecheggiare in sottofondo le magiche note della UEFA Champions League.




Immagine tratta da google.it

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