mercoledì 18 febbraio 2015

Regna l'equilibrio nella prima notte degli ottavi in UCL


Entriamo nel vivo della stagione,  dove ci sono le partite decisive, dove ci sono le sfide da dentro o fuori che fanno innamorare di questo gioco.
Ritorna la Champions League con gli ottavi di finale ed io ne approfitto per tornare a riempire le pagine virtuali di questo blog che di recente ho trascurato per dedicarmi ad altro. Almeno posso vantarmi di aver scelto un'ottima occasione per riprendere a scrivere su "Il Popolo del Pallone".

Gli ottavi di Champions sono introdotti da Shakhtar Donetsk - Bayern Monaco e Paris Saint-Germain - Chelsea. Quest'ultima sfida si preannunciava equilibrata fin dalle prime battute ed è una di quelle con il più elevato tasso tecnico e potere mediatico del tabellone (al pari di Manchester City - Barcellona).
Shakhtar - Bayern, invece, ha raccontato qualcosa di inatteso. Dopo la partita d'andata c'è ancora parità fra le contendenti, è ancora tutto da giocare.
Un esito inatteso soprattutto perché è in controtendenza con quanto visto in CL nelle ultime edizioni, con squadre di primissimo livello che imperano senza essere minimamente impensierite da chi guarda come un successo il raggiungimento dei quarti. L'anno scorso, ad esempio, Real Madrid, PSG e Atletico Madrid superarono gli ottavi diversi gol di scarto sulle rivali; fin troppo semplice se consideriamo che a questa competizione accedono solo squadre di vertice del football europeo.

Squadre di vertice sono indubbiamente PSG e Chelsea. Blanc e Mourinho si sono annullati in una partita tattica ma comunque divertente.
I Blues hanno per lo più seguito il binomio "difesa e contropiede" sapendo che i parigini possono avere difficoltà quando c'è bisogno di fare la partita. Ma fare la partita contro un avversario come il Chelsea significa dover mantenere un alto ritmo e un alto tasso di imprevedibilità, il che riesce difficile alla squadra di Blanc.
Il PSG dal canto suo ha accettato il possesso del pallone anche se per lunghi tratti non è stato pericoloso. L'impressione che si ha della formazione francese è quella di una squadra che ancora deve fare l'ultimo passo per entrare nell'Olimpo delle grandi formazioni. Forse manca esperienza, forse cattiveria. Dispone indubbiamente di una rosa eccezionale con grandi giocatori in ogni ruolo, il che permette di fronteggiare qualsiasi avversario almeno alla pari. Non riesce, però, a dettare i tempi e a detenere realmente il pallino del gioco, finendo per farsi guidare dall'inerzia della partita piuttosto che imporla. Potrebbe essere causa dell'assenza di un mediano di impostazione che, come un faro, illumini la via agli altri giocatori. A questo punto la maggior parte dei lettori staranno pensando un nome ed un cognome: Marco Verratti. Il centrocampista abruzzese ha qualità straordinarie e colpi di gran classe, ma a 22 anni non può avere la visione di gioco e la maturità per imporsi come mediano di impostazione classico. Non a caso Blanc lo adopera come mezz'ala di destra, con un centrocampista di maggior esperienza ma con meno fiato da spendere, Thiago Motta ad esempio (David Luiz ieri sera contro il Chelsea).

In ogni caso PSG - Chelsea è riuscita ad accendere gli ottavi di Champions League. Più che altro ci sono riusciti i lampi di classe degli straordinari giocatori che hanno calcato il Parco dei Principi. Da Ibra a Cavani (ha segnato il gol dell'1-1 finale), da Hazard ad Ivanovic (è stato lui ad aprire le marcature), in molti hanno dato saggio del loro potenziale. Eccellente prestazione del portiere dei Blues Thibaut Courtois, con almeno tre interventi decisivi, sempre presente in ogni momento di gara.

L'altra sfida di ieri, Shakhtar - Bayern Monaco, come si diceva in apertura, ha stupito. Ha stupito l'incapacità del Bayern nel dominare l'incontro. Di certo avrebbe fatto scalpore anche uno 0-3, perché la squadra di Donetsk non è l'ultima della classe, ma Guardiola ci ha abituati fin troppo bene, indipendentemente dall'avversario.
Non possiamo accontentarci del dato del possesso palla. I bavaresi hanno avuto per lunghi tratti la sfera tra i piedi, certo, ma la circolazione spesso era sterile e poco pericolosa. Merito dei padroni di casa che hanno saputo contrastare il giro-palla tedesco sul nascere. Nel complesso l'atteggiamento difensivo dello Shakhtar ha avuto due aspetti differenti nel corso dei 90'. Lucescu sa di non avere a disposizione un bunker difensivo in cui rifugiarsi, perché se ti abbassi troppo, con una difesa nient'affatto solida, rischi l'imbarcata. Così decide di rispondere con pressing alto e di contestare il possesso palla già nella metà campo avversaria. Con la squadra rigorosamente corta per tagliare il campo agli attaccanti avversari e tanto spirito di sacrificio inculcato nella testa di tutti i giocatori. Quando c'è bisogno di rifiatare, però, ci vuole una strategia alternativa, perché correre a perdifiato per 90' è impossibile. Durante la ripresa, specialmente nei primi 25', infatti, gli ucraini hanno difeso bassi nella loro metà campo, retrocedendo sempre quando possibile e cercando di rallentare i ritmi ad ogni occasione buona. Quest'atteggiamento è reso possibile dal Bayern, che nel frattempo ha smesso di essere pericoloso dalle parti di Pyatov ed è cresciuto solo sotto il profilo del nervosismo.
Xabi è sempre costretto a difendere in inferiorità numerica
risultando spesso nullo nel ruolo di filtro davanti alla difesa
Qui potrei citare l'espulsione di Xabi Alonso al 65° come immagine della brutta piega che ha preso la partita per i teutonici, ma sono dell'idea che il doppio giallo sia scaturito da un aspetto più tattico che mentale.
La squadra di Guardiola ha presentato ancora una volta con un atteggiamento spiccatamente offensivo, con un 3-3-4 che dopo pochissimo tempo è diventato il classico 4-1-4-1 con il basco a fare da filtro davanti alla difesa e anche Schweinsteiger libero di aggregarsi alla manovra offensiva. L'ex Real è ovviamente l'uomo incaricato a ricevere palla dalla difesa per iniziare l'azione con una classica "salida lavolpiana", ma in fase di non possesso spesso è rimasto isolato in zona centrale, lontano dalla propria area di rigore e costretto a scappare all'indietro per inseguire quelle terribili saette che rispondono ai nomi di Teixeira, Costa e Taison. Un fallo tattico per frazione di gioco gli è costato l'espulsione e la squalifica per il ritorno. Non a caso poco dopo l'uscita del Tolosarra è stato ammonito anche Schweinsteiger per un fallo analogo.

C'è scetticismo circa un possibile passaggio del turno da parte degli ucraini, ma i bavaresi dovranno giocare su ritmi ben più elevati all'Allianz Arena, dovranno anche essere più concreti in fase realizzativa. La squadra di Lucescu ha grande qualità in avanti e può pungere in qualsiasi momento. A questo punto lo 0-0 dell'Arena Lviv di Leopoli rende possibile qualunque risultato.

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