venerdì 17 gennaio 2014

Liga Española: In tre per la vittoria finale


Barça in vetta. Non c'è notizia, non c'è stupore. 50 punti già conquistati e stabilmente alla guida dalla prima giornata.
L'assenza di Leo Messi, durata quasi due mesi, poteva pesare molto di più, e questo ha ridotto ai minimi termini le voci che parlavano di un Barcellona Messi-dipendente. In un certo senso questo ha favorito il talento di Neymar, che si è improvvisamente visto costretto a dover guidare l'attacco blaugrana, sempre e comunque coadiuvato da Sanchez e Pedro, in palla più che mai in questa stagione.

Ad ogni modo,ciò che fa sgranare gli occhi, è la nuova strada, in termini di gioco e schemi, che sta seguendo la squadra del Tata Martino. Un parziale abbandono dell'incessante, e troppe volte sterile, palleggio a metà campo sta lasciando terreno fertile per un gioco più verticale e imprevedibile. Una scelta fin qui vincente, anche se i media non hanno ancora smesso di strorcere il naso dinanzi al crollo delle percentuali di possesso palla, che andrebbe presa fortemente in considerazione soprattutto in vista degli impegni contro le altre big d'Europa.

Appaiata al Barcellona, a quota 50 punti, c'è l'Atletico del Cholo Simeone. Questa è la vera notizia. Questa può essere considerata una sorpresa.
I Colchoneros sono la squadra più quadrata che si sia vista in Spagna negli ultimi anni, e i risultati sono una semplice conseguenza. Il profilo tattico sta giocando un ruolo determinante: il 4-2-2-2 dall'aria molto latinoamericana sta diventando una vera macchina da fùtbol. I terzini Filipe Luis e Juanfran sono in costante proiezione offensiva e allargano il campo lasciando spazio in mezzo ai trequartisti e alle punte. E proprio sulla coppia d'attacco ci sarebbe da soffermarsi più di quanto non mi senta libero di fare in questa sede perché, in Spagna come in Europa,  da anni ormai si predilige il gioco ad una punta o con un tridente. Il doppio "Nove" di Simeone costringe i difensori avversari ad un costante uno contro uno non proprio favorevole, per non considerare il valore assoluto di due cannonieri come Villa e Diego Costa.
La difesa meno battuta del campionato, con 11 reti al passivo, e il vice-capocannoniere del campionato (Diego Costa con 19 marcature) sono la più chiara espressione di come si possono raggiungere grandi traguardi con il duro lavoro dell'uomo in panchina.

Sembra mancare qualcosa in più al Real Madrid di Carlo Ancelotti. Sicuramente mancano tre punti rispetto alle contendenti, cosa non da poco. Sicuramente manca solidità difensiva: 21 gol subiti nel solo girone di andata sono davvero troppi, anche se parzialmente bilanciati da 53 reti all'attivo. A dire il vero un minimo di quadratura tattica era stata trovata dopo il Clasico perso 2-1 al Camp Nou, con un 4-3-3 che sacrificava il talentuoso Isco per irrobustire il centrocampo con Modric-Xabi Alonso-Khedira che davano grosse garanzie. L'infortunio del tedesco ha scombinato le carte al tecnico di Reggiolo perché non ci sono sostituti con le stesse caratteristiche. Nelle ultime uscite ha giocato Di Marìa con Modric e Xabi e, a parte qualche sbavatura comprensibile, l'esperimento sembra riuscito.

Penso che il Barça sia la squadra più quotata per la vittoria finale perché complessivamente più forte.
L'Atletico ha decisamente un'organizzazione tattica superiore e se riesce a cavalcare l'onda rischia di diventare davvero travolgente.
Il Real Madrid è la squadra con più margine di miglioramento e se trova il giusto equilibrio, secondo me, può comodamente recuperare lo svantaggio e puntare alla vittoria.

Dunque quest'anno nella lotta al titolo sarà corsa a tre fino alla fine... E non provate a fermarli.


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